![Povia: "Omofobia è un termine inventato negli ultimi anni"]()
Se vi diciamo “Luca era gay e adesso sta con lei” a voi cosa viene in mente? Esatto, stiamo parlando di Giuseppe Povia che, per peggiorare la situazione smentire tutte le voci, ha rilasciato un’intervista a Davide Maggio parando di adozioni gay , omofobia e Sanremo 2013.
Povia, dopo Luca era gay e il cd I bambini fanno rock, è presente al programma di Carlo Conti I migliori anni, in onda su Rai1. Durante l’intervista di Davide Maggio poteva parlare solo del programma, dei suoi nuovi lavori e del suo fidanzato segreto futuro. E invece no! Povia torna a parlare di omosessualità, omofobia, calciatori gay e chi più ne ha più ne metta scavandosi la fossa da solo.
Vengo attaccato da varie fazioni per le tematiche che tocco, da altre invece vengo acclamato. È chiaro però che mi sento cantautore a 360 gradi e non posso parlare solo d’amore. De Gregori fu attaccato dalla critica velatamente perché lo accusarono di aver offeso le persone obese con La Donna Cannone, oppure De Andrè fu criticato perché istigava alla prostituzione con Bocca di Rosa.
Non mi sto paragonando a loro, dico solo che la strada che seguo nella musica è quella del cantautore. Se scrivo “Luca era gay” o “La verità”, ispirata alla storia di Eluana Englaro, ci sono dei motivi che vanno oltre la furbizia per far parlare di me. Ma poi chi non è furbo in questo ambiente? È meglio esserlo su argomenti intellettualmente onesti che per le movenze o per i vestiti.
Povia parla anche del suo nuovo inedito, Siamo Italiani, presentato durante il programma I migliori anni. Il brano ha ricevuto, oltre a consensi, anche delle critiche perché troppo populista: “Populista è un termine nobile, a parte che finisce per ista. Dovrebbe essere populesimo che è ancora più bello. E’ un termine patriottico, popolare e poi in questo caso è un termine che parla al cuore degli italiani. “Siamo italiani” è una canzone che parla dei nostri pregi e dei difetti. Siamo uno stivale al centro del mondo e tutti ci vogliono mettere i piedi dentro, anche se ci criticano.” Più o meno come Italia amore mio cantata da Emanuele Filiberto e Pupo...
Arriviamo al punto dolente: la canzone Luca era gay. Quando, nel 2009, venne presentata a Sanremo suscitò non poche critiche e dubbi. Era una canzone omofoba? Perché i giudici di Sanremo l’hanno accettata? Ma soprattutto a cantarla oggi le polemiche sarebbero le stesse dell’epoca?
Si, certo. Se cantassi: “Luca non sta più con lei ed è tornato gay” tutti direbbero che ho scritto una canzone bellissima. Io ho cantato “Luca era gay e adesso sta con lei” e sono stato accusato di aver detto che un gay è malato. Io ho rispetto per la parola malattia che credo sia una parola con cui nessuno voglia avere a che fare: nella canzone c’è una strofa che dice “Questa è la mia storia, solo la mia storia, nessuna malattia, nessuna guarigione”. Parlavo della storia di una persona che se non si trova in una condizione può cambiare perché – al di là del fatto che la storia sia vera – è vero che si può.
Non ho cantato la parte che avrebbero voluto sentire quelli che fanno i finti paladini difensori. Ho raccontato una storia e non pensavo che succedesse tanto casino. La racconterò tutta la vita. Ad avercene di “Luca era gay”, anche perché è una canzone intellettualmente onesta.
Povia parla anche di adozioni gay tirando in ballo parole come pedagogia e case famiglia: “Secondo me, un bambino dovrebbe avere una figura paterna e una materna. Questa è pedagogia. Poi da una parte ci sarà la gente che ritiene che sia meglio affidare i bambini a una coppia omosessuale che si vuole bene piuttosto che abbandonarli in un bidone o affidarli ad una casa famiglia. Secondo il mio pensiero personale, e quindi condivisibile o meno, nelle case famiglia lavorano persone preparate e che conoscono i bambini e poi ci sono tantissime coppie eterosessuali in attesa inutilmente che gli venga affidato un bambino.”
Ci siamo, Povia parla anche di calciatori gay. No, non stiamo scherzando: “Si arriverà anche nel calcio a parlarne. perché il mondo sta andando in quella direzione. Bisogna riuscire ad accettare una persona nella condizione in cui sta bene.” Ma la cosa che ci ha lascito scioccati e perplessi è il suo commento sull’omofobia che, secondo il cantante, è un termine inventato.
Io sono stato scambiato per quello che ce l’ha con i gay, e se fosse così lo direi. Mi hanno dato dell’ omofobo e adesso quando faccio i concerti spiego cosa significa davvero omofobia. Io non ho paura degli omosessuali. Credo che nessuno ne abbia. Omofobia è un termine politicamente inventato negli ultimi anni. Forse il nuovo termine è “poviafobia.”
A Firenze non ho nessun problema a entrare in un locale gay, ma in quel momento sento di esser guardato male e allora chi è che discrimina?
Sanremo 2013, Povia dice la sua sul festival della canzone italiana spezzando una lancia a favore di Fabio Fazio: “Bisogna rendergliene merito, ha fatto un Sanremo rischioso, secondo i suoi gusti e con un cast apparentemente di nicchia. Con un cast così il rischio è che anche questo Sanremo sarà costruito più sul contorno che sulla musica. Sono curioso di sentire la canzone di Marco Mengoni che mi piace un sacco. Secondo me potrebbe vincere. E’ uno, che non so come faccia, ma canta come Freddy Mercury."
Ok Povia, Marco Mengoni paragonato a Freddy Mercury… vabè andiamo avanti con l’ultima domanda che, sinceramente, Davide Maggio ci ha tolto di bocca: ti sei mai pentito di quello che hai detto in una intervista?
Si, ma alla fine bisogna dire quello che si pensa.
Certo, un cantautore o un personaggio di spettacolo deve stare attento a pesare le parole. Qualunque cosa io dica vengo sempre catalogato in una casella politica. Non mi piace che ogni volta alcuni giornalisti facciano il gioco della collocazione politica dell’editore.
Fonte: GAY.tv