![MayDay 2013, il 1° maggio dei precari [FOTO]](http://gaytv.cdn.crosscast-system.com/BlogPost/Medium_19530_MayDay-2013-foto-gallery.jpg)
Mayday, Myday. È il segnale convenuto per il pilota in difficoltà che dice, urla, alla radio che ha bisogno di aiuto. Qualche cosa non va, nei migliori dei casi. Oppure sta precipitando, o andando a picco.
La ripetizione di un appello che chiede un intervento, un consiglio, una parola di sicurezza è il simbolo delle manifestazioni che sfileranno anche quest’anno nel giorno del primo maggio, il giorno consacrato ai lavoratori. Una festa che è ricordo e memoria di lotte di massa da quando nel 1855 iniziò a circolare con insistenza nel mondo sindacale una ‘pretesa’ rivoluzionaria per l’epoca: giornate lavorative di sole otto ore (!).
La storia del maggio statunitense del 1866 con decine di morti per mano della polizia e una bomba esplosa fra gli agenti e i manganelli a Chicago portò a scegliere proprio il primo giorno di maggio come luogo di memoria in onore alle lotte dei lavoratori.
Da diversi anni ci sono lavoratori e aspiranti tali che si riuniscono in una condizione creata da dottrine economiche e politiche sociali e finanziarie che ha un nome: precariato. A questi si aggiungono i milioni di disoccupati che il primo maggio non festeggiano un bel niente, ma rivendicano quell’urlo di aiuto e di emergenza nelle piazze di Europa. La MayDay Parade è diventata un appuntamento forte e simbolico nelle strade milanesi. Quest’anno l’appuntamento è incentrato soprattutto sulla critica feroce a Expo 2015, come si legge su precaria.org.
La MayDay di quest’anno finirà il 1° Maggio del 2015, all’apertura di EXPO 2015.
Due anni per parlare di reddito diretto e indiretto, dei legami tra luoghi di vita e lavoro, di nocività e sviluppo, per fronteggiare un’Esposizione Universale che incombe sul territorio metrolombardo imponendo immaginari e devastando territori.
Opporsi a questo “grande evento” vuol dire opporsi alla crisi e al ricatto del debito.
Vuol dire opporsi alle nocività e all’economia del cemento coi suoi scempi ambientali realizzati in spregio all’interesse comune. Vuol dire opporsi alla precarizzazione delle nostre esistenze lungo tutti i suoi assi: reddito, casa, mobilità, sapere, affetti.
La rivendicazione principale, da tempo è racchiusa in una parola: reddito. Reddito di base incondizionato, definizione distante da altre misure che sono in discussione in queste ore di balbettio politico-istituzionale. Il primo maggio sarà festa dei lavoratori e festa di chi vuole rivendicare i suoi diritti e chiede dinamiche e relazioni sociali diverse, che spesso vengono screditate proprio da chi ha voluto costruire la gabbia del ricatto in nome di una forbice che si allarga sempre di più, e soprattutto in tempi di crisi, fra chi ha e chi non ha.
Non sono più i giorni delle piazze di Chicago, ma i colori e la creatività di un movimento che resiste creando proposte che possano trovare cittadinanza nelle stanze di chi è delegato a decidere per tutti. Anche quest’anno, se pur in festa, risuonerà quel grido: Myday Mayday.
A proposito, una nota sull’etimologia: mayday è il termine che deriva dal francese: “Venez m’aider!”, venite ad aiutarmi.
Buon primo maggio.
Di: Franco Invento
Fonte: GAY.tv