Blu per i maschietti, rosa per le femminucce: ecco come nascono i ruoli di genere [FOTO]

Incuriosita dall'ossessione di sua figlia per il colore rosa, l'artista coreana JeongMee Yoon porta avanti dal 2005 un progetto fotografico affascinante e coraggioso, che indaga l'impatto della cultura nella formazione dei ruoli di genere, ossia quell'insieme di comportamenti che gli altri si aspettano da noi a seconda che siamo maschi o femmine.

In The Pink And Blue Projects, Yoon ha esplorato le preferenze per un colore o l'altro sia nei bambini che nei loro genitori, in diversi contesti culturali ed etnici. E ha scoperto che l'attrazione delle bimbe per il rosa e quella dei bimbi per il blu è universalmente diffusa.

Come mai?

La responsabilità è in gran parte della pubblicità e dei media, che insistono nell'attribuire a ogni genere il "suo" colore. L'offerta di giocattoli e abbigliamento va di pari passo.

Yoon, però, ha scoperto che il rosa e l'azzurro non hanno sempre significato "femminilità" e "mascolinità":

Il rosa un tempo era un colore associato alla virilità, poiché era visto come un rosso sbiadito e dunque aveva la stessa forza associata al rosso. Nel 1914, un quotidiano americano, The Sunday Sentinel, consigliava infatti alle mamme di usare il rosa "tradizionale" per i maschi e il blu per le femmine. Il cambiamento è avvenuto in America e nel resto del mondo solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Lo switch è avvenuto di pari passo con l'avanzare dello spirito di politically correctness: per mostrare che non c'erano discriminazioni tra i generi, i colori vennero semplicemente invertiti. Fino ad arrivare al paradosso odierno.

Ma in cosa consiste The Pink And Blue Projects? I bambini sono fotografati nelle loro camerette circondati da giocattoli, indumenti e oggetti del loro colore preferito. Il risultato? Un po' angosciante, non pensate?

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Fonte: GAY.tv